Sembrerebbe ovvio ed istintivo, nel momento in cui si comincia ad avere la sensazione che qualche suono ci stia sfuggendo, e il minimo sospetto che nel nostro udito qualcosa non funzioni più alla perfezione, prenotare istantaneamente presso un apposito centro un controllo udito, per assicurarsi che innanzitutto non si tratti – come potrebbe essere – solamente di un’impressione o anche di un problema momentaneo, e successivamente, nel caso in cui siamo davanti ad un problema reale, per scoprire cosa, e come, fare per frenare il problema.
Sembrerebbe, dicevamo: perché in realtà, una grandissima percentuale di persone ignora interamente il problema e rifiuta, perfino a livello inconscio, anche solo l’ipotesi di compiere un test dell’udito. Proviamo allora a domandarci il perché di questo strano rifiuto: le motivazioni potrebbero stupirci.Una prima spinta, che può stupirci ma è molto diffusa, è che le persone, spesso, non si accorgono realmente della propria perdita di udito – o quantomeno, della sua gravità. Dobbiamo infatti tenere conto di come questo genere di fastidio sia molto di rado istantaneo, e solitamente colpisca in modo progressivo.
Meccanicamente si mettono in atto accorgimenti – aumentare il volume della televisione, tendere l’orecchio in direzione di chi ci parla – per respingere il pensiero della sordità, che spaventa.E non dimentichiamoci l’orgoglio, che è una ragione altrettanto rilevante. Nel pensare comune, la sordità e tutte le debolezze d’udito sono penosamente, ed inesattamente, associate alla vecchiaia e alla demenza precoce.
Tanti temono quindi che ammettere un problema al proprio udito possa significare essere visti come vecchi, o perfino come rimbambiti.Se cerchiamo un’ulteriore ragione, possiamo andare a ritrovarla in un’altra fobia diffusa: quella che quasi tutti abbiamo dei dottori e della medicina in generale. Essere visitati è un po’ sottoporsi ad un esame, ad un giudizio che potrebbe essere negativo, e questo in fin dei conti non piace a nessuno; per molti, è preferibile soltanto ignorare il problema, come se questo potesse farlo sparire.Un quarto e ultimo motivo è viceversa il timore delle conseguenze sulla propria vita se si accetta il problema.
Si percepisce che le cose dovranno mutare, che si andrà persino incontro a spese, che si sarà, in qualche modo, costretti a ritenersi un po’ meno abili, un po’ meno giovani, un po’ meno sani. Tutte cose che evidentemente spaventano.Vogliamo provare a fare un semplice riassunto? Tutte le motivazioni che abbiamo letto sono, in definitiva, aspetti di una sola: la paura. La nostra salute, ciononostante, e la bellezza di una vita piena, che conosca ancora i piaceri del sentire la risata delle persone che amiamo, del perdersi in un brano musicale, del godersi i rumori della natura, sono più importanti di qualche sgomento superficiale – e un test audiometrico non è poi un gradino tanto difficile da valicare per recuperarle.