La lettura è un'esperienza personale, per ognuno significa qualcosa e, allo stesso modo, è diverso il modo in cui ci rapportiamo con essa; lo stesso vale per i libri stessi, le avventure che portano per alcuni sono solo storie, per altri sono punti di riferimento e momenti di introspezione.
Proviamo a cercare qualche testo che possa rappresentare qualcosa per qualcuno, guarderemo diversi generi perché le vicissitudini diverse che vengono affrontate nascono, come noi, da momenti, luoghi e contesti assai differenti.
1. "Se questo è un uomo" – Primo Levi
Raccontare la Seconda guerra mondiale è compito arduo, soprattutto se quella esperienza viene vissuta da un sopravvissuto del campo di sterminio più in-famoso al mondo. Questo libro è un memoriale nato dalla necessità di ricordare e rendere partecipi del dolore da lui vissuto; un libro straziante, doloroso e triste, ma sempre con una speranza di libertà. Questo non è che il primo libro di tre, dove l'autore si inoltra nella sua mente alla ricerca della pace, che non trovò nemmeno finita la guerra.
2. "Uomo invisibile" – Ralph Ellison
Una storia unica nel suo genere, qua affrontiamo le tematiche che sfregiarono gli Stati Uniti d'America circa cento anni fa, oramai di più, ma che non possiamo essere certi che non siano più attuali che mai. La vita di un uomo che essenzialmente sempre fu invisibile, semplicemente non se ne era mai accorto.
3. "Il quartiere" – Vasco Pratolini
I quartieri delle città non rappresentano altro che zone delimitate dove la gente vive ora, ma alcuni decenni fa non era così: erano delle grandi famiglie dove, volenti o nolenti, tutti si conoscevano; e dove tutti imprimevano una profonda cicatrice sulle vite altrui. "Il Quartiere" è una narrazione di crescita, sia letterale che metaforica, di un gruppo di ragazzi nell'Italia della prima metà del novecento. Il protagonista è sempre chiaro, un ragazzo alle prese con i doveri e i piaceri della giovinezza; ma non è sempre facile capire dove esso si trovi tra il bene e il male, il giusto e lo sbagliato.
4. "Il sentiero dei nidi di ragno" – Italo Calvino
Questa è una storia di guerra, ma il protagonista è un bambino; questa è una storia di combattimenti partigiani, ma il bambino aveva in mano un bastone; questa è una storia reale, ma il bambino no. Italo Calvino non ha bisogno di presentazioni, nel suo primo romanzo mai scritto riporta le proprie esperienze partigiane come risultato dell'obbligo che sentiva su di sé: il dover raccontare la storia della guerra. Nonostante quello lui non si sentì mai adatto a scrivere di brutali combattimenti, codardia e miseria; invero filtrò tutto attraverso gli occhi di un bambino che non capiva mai del tutto, ma certe volte anche troppo. Una nuova prospettiva sui partigiani e la guerra, da una parte innocente, ma dall'altra decisamente troppo cruda.
5 "Harry Potter" – J.K. Rowling
La saga creata dalla Rowling ha sconvolto il mondo e tutti sanno chi è Harry Potter, sembrerebbe strano il contrario; anzi, sembra strano dover mettere una saga per ragazzi del genere in mezzo a tanti classici. Però trovo sia importante sottolineare che qualche volta questo tipo di lettura siano meglio dei classici: il mondo di Hogwarts è un universo infinito di personaggi, meraviglie e peripezie in cui è un attimo perdersi, e va bene così. Le avventure del maghetto più famoso della storia sono rese celebri dai film e animazioni, tuttavia la narrazione originale, intesa per intero come scritta dall'autrice, è solo quella su carta (o kindle che sia). Un universo completamente da esplorare anche per chi ha già visto i film; anche se sai come finisce, non vuol dire che non scoprirai qualcosa di nuovo guardando da una nuova prospettiva.