Non sono entusiasmanti, a leggerle spassionatamente, le statistiche recenti riguardo alla composizione della popolazione del nostro Paese da un punto di vista sociologico. Più di otto milioni di Italiani sono soli, e di loro il 40% è celibe o nubile, e il 21% reduce da una separazione; e in buona sintesi una famiglia su tre è composta di una sola persona, un dato che in una Nazione come la nostra può stupire. Di queste persone, inoltre, quasi l’8% si dichiara completamente privo di una qualsiasi rete di sostegno o di amicizie: parliamo quindi di persone completamente sole.
Le ragioni di una situazione conclamata
Ma perché, soprattutto in un Paese come il nostro, così tradizionalmente famoso per l’intensità dei suoi rapporti interpersonali, capita che così tante persone siano, e si sentano, completamente sole? Le ragioni sono sicuramente molteplici, e si sono evolute nel tempo. Da un lato, senza alcun dubbio, c’è il nostro stesso modo di vivere, e dove abitiamo: le città sono ormai sempre meno a misura d’uomo, e non favoriscono in alcun modo i rapporti interpersonali, lasciando poco tempo alle relazioni umane; d’altro canto, anche la nostra struttura familiare, che si è rimpicciolita laddove una volta includeva un’amplissima rete di genitori, nonni e zii, ha contribuito all’atrofizzarsi delle relazioni personali. E per tanti che, sicuramente, vivono una solitudine che è una scelta, e quindi non soltanto da rispettare ma perfino potenzialmente positiva e arricchente, ci sono ancora più persone per cui la solitudine è subita, imposta da condizioni esterne alla propria volontà, e quindi dolorosa e difficile da sopportare.
Una pressione sociale spesso soffocante
Il diradarsi della rete sociale ha infatti lasciato sempre più persone prive di sostegno nell’affrontare richieste e pressioni esterne che si sono contestualmente fatte, al contrario, sempre più pesanti. La pretesa di performance sempre maggiori ha generato così ansie e paure del giudizio altrui, che si sono inevitabilmente tradotte in una difficoltà a gestire il contatto personale, e in un senso di inadeguatezza generale.
Sensazioni, queste, contrastate però dal naturale bisogno di stringere rapporti umani; un compromesso da trovare con strumenti e modalità nuove (si pensi a quanti cercano, in una modalità relazionale che è ormai assolutamente acquisita e normale, un partner su un sito per incontri) e che per molti si rivela l’unica e provvidenziale via d’uscita da una situazione emozionale insostenibile e dolorosa.
Un’evoluzione ancora ai suoi inizi, e che non manca di generare difficoltà e perplessità, quella delle relazioni nel secolo del digitale. Quello che si deve intanto constatare, con un certo sollievo, è che comunque alla solitudine non cercata – quella che ci capita addosso, ci pesa, ci fa soffrire – si può cercare, e soprattutto trovare, una soluzione.