Il PVC o polimero di cloruro di vinile (derivato dell’etilene in cui viene sottratto un atomo di idrogeno) è un materiale molto diffuso sia in ambito industriale sia in ambito domestico. La sua natura sarebbe rigida, per poterlo rendere così duttile e malleabile lo si mescola con sostanze inorganiche talvolta contenenti ftalati (ultimamente discussi soprattutto nell’industria alimentare perché ritenuti pericolosi). La sua caratteristica principale è di essere poco o niente solubile all’acqua e di essere stabile a temperatura ambiente. E’ pericolosa la sua combustione in quanto genera acido cloridrico e diossina.
PVC ovunque
Il PVC lo possiamo trovare in qualsiasi luogo ci troviamo. Vista la facilità con cui lo si può modellare viene utilizzato per la produzione di qualsivoglia oggetto in cui si cerchi resistenza e impermeabilità. Lo si utilizza per la copertura dei capannoni, la produzione di grondaie e tubi per l’irrigazione, in casa per i tubi di scarico sotto al lavandino oppure le cassette dell’acqua dei wc (tubi inclusi).
Lo possiamo trovare sotto ai nostri piedi sotto forma di pavimento oppure negli scaffali come imballo (flaconi per detersivo, sapone, vasi per piante) per le bevande va meglio il PET in quanto impermeabile all’anidride carbonica. Vista la sua resistenza alle precipitazioni trova ampio impiego nelle intelaiature delle finestre e nelle stecche delle tapparelle (esterne o interne). L’unico problema che si può riscontrare in quest’ultimo uso è che col tempo, se si crea una sorta di effetto serra tra la finestra esterna ed interna (nel caso di doppi vetri), la stecca potrebbe incurvarsi.
Essendo un isolante elettrico è ottimo per la produzione di fili elettrici e nastro isolante. Ha avuto molta importanza, soprattutto in passato, nell’industria discografica in quanto sui suoi solchi neri venivano incisi i brani di tutti i cantanti sotto forma di dischi in vinile. Trova uso anche nel settore dell’abbigliamento e nella produzione di parrucche.
Un sottile e resistente alleato
Il PVC non è utilizzato solo in forma rigida ma lo possiamo trovare anche sotto forma di film estensibile. I suoi granuli vengono immessi in estrusori che, lavorandolo insieme ad altre sostanze (talvolta essenze profumanti o coloranti) ad alte temperature, lo fanno diventare talmente elastico da poter essere tirato. Tramite dei rulli lo si trasforma in rotoli (bobine) più o meno grandi a seconda dell’uso che se ne vuole fare.
Lo possiamo trovare stampato, o neutro, nelle confezioni della frutta al supermercato, oppure utilizzarlo in casa nostra per avvolgere il cibo prima di riporlo in frigorifero. Ci vuole cautela con gli alimenti grassi in quanto gli ftalati potrebbero migrare nel cibo. Nei trasporti, vista la sua resistenza, lo si usa per avvolgere le merci sovrapposte sui pallet per evitare che possano disperdersi oppure staticamente per ricoprire le merci all’esterno delle aziende (cosa frequente nell’industria ceramico/edile).
Un’altra caratteristica di questo materiale è che lo si può rendere adesivo o biadesivo sotto svariate forme e misure.
Si possono ricoprire pareti oppure arrivare ai semplici piccoli rotoli di scotch che chiunque usa. In forma più spessa e colorata diventa utile nell’ambito elettrico come nastro isolante. Può essere colorato sia in fase di produzione durante l’estrusione/stampaggio oppure tramite stampanti inkjet per la produzione di adesivi o vetrofanie