Nel mercato delle materie plastiche odierno, c’è una situazione particolare e strana per la quale c’è un materiale ideale per moltissimi tipi di applicazione, sia sul piano commerciale che su quello di lavori più limitati e personali, che viene di fatto utilizzato molto spesso, ma non ne trae il riconoscimento e la fama che sarebbe normale attribuirgli. Tutti conosciamo, ad esempio, il polistirolo, per il suo utilizzo nell’imballaggio; ma sono ben pochi di noi a conoscere, foss’anche solo per nome, il polietilene espanso. Eppure, a saperci guardare in giro, potremmo riconoscerlo in decine di diverse applicazioni, dall’imballaggio all’isolamento, dal settore dell’edilizia a quello dei dispositivi da galleggiamento.
La struttura del polietilene espanso è particolarmente interessante perché è del tipo che si definisce “a celle chiuse”, ossia è composta da milioni di bollicine microscopiche, che sono pressate insieme ma chiuse. Questo conferisce al materiale una particolare resistenza e rigidità, e soprattutto lo rende impermeabile – grossi vantaggi in un materiale con tante diverse applicazioni. Si aggiunga a questo il fatto che il polietilene è anche immune agli attacchi di batteri e muffe, e resiste benissimo agli attacchi dei solventi e dei prodotti a base di petrolio; e che la succitata struttura gli conferisce sia la capacità di assorbire gli urti, sia quella di ritornare alla forma originale dopo esser stato compresso. Insomma, un materiale di enorme versatilità.
Infatti è oggi possibile, manipolando la composizione chimica del polietilene, conferirgli anche qualità e caratteristiche particolari e utilissime. Ne esistono, ad esempio, versioni antistatiche, oppure, ancora più preziose, ignifughe; e ad esibire tali tratti non è solamente la superficie, come succede nel caso di trattamenti successivi alla produzione, ma l’intero materiale. E per completare il profilo, il polietilene espanso può essere plasmato in una quantità enorme di forme, rendendolo adatto ora a proteggere il contenuto di un pacco, ora a isolare una parete, ora a far parte di delicati macchinari. Non merita un po’ di riconoscimento, con tante virtù?