Se, come è del resto molto probabile, vi è mai capitato di parcheggiare la vostra auto in un silos, e avete quindi dovuto ritirare un biglietto per uscirne, avete già avuto un contatto ravvicinato con le barriere automatiche a braccio, che rimangono a tutt’oggi la forma più semplice e contemporaneamente efficace di controllo per gli accessi veicolari. Progettate per funzionare in maniera intensiva e rapida, queste barriere devono offrire innanzitutto robustezza, affidabilità e una lunga vita operativa.
Ma ogni braccio, anche quello delle barriere automatiche, deve avere una mente: e in questo caso, essa è rappresentata da un controllo logico integrato. Questo è completamente programmabile, ed è responsabile del comportamento stesso delle barriere, che può essere regolato a piacere. Pensiamo ancora all’esempio del parcheggio: se la sbarra in ingresso si apre solo quando, dopo aver premuto il bottone, ritirate il vostro tagliando, quella in uscita è programmata invece in modo da aprirsi solo dopo che il lettore ha analizzato il vostro tagliando e la cassa automatica ha ricevuto il pagamento.
D’altro canto, è possibile anche organizzare il controllo accessi in maniera completamente diversa.
Per le esigenze di una zona industriale con una guardia all’ingresso, ad esempio, la sbarra dovrà essere collegata ad un bottone remoto: la guardia così potrà controllar chi siete, e solo in seguito rggiungere il bottone nella sua garitta e aprirvi l’accesso. E ancora, in situazioni di controllo accessi senza guardia per sole persone autorizzate, alla sbarra sarà possibile abbinare un lettore di carte magnetiche, o un ricevitore RFID, che concedano l’ingresso solo alle persone in possesso delle corrette credenziali.