A vedere quanto sia ampiamente diffuso oggi, ormai essendo diventato praticamente lo standard applicato abitualmente nell’industria, e iniziando a farsi strada anche nelle aziende più piccole, nelle scuole, e perfino per il bricolage in metallo, è difficile pensare che il taglio laser abbia meno di cinquant’anni di storia; eppure è così, e nonostante le previsioni e gli scenari immaginati da autori ed appassionati di fantascienza, anziché andare ad alimentare i caricatori di avveniristici cannoni da astronavi, il laser ha trovato impiego nelle utilissime e pacifiche macchine per il taglio dei materiali. Ma cos’è che ha reso questa procedura tanto efficace, e come ha fatto in un tempo relativamente breve a eclissare tutte le scelte concorrenti possibili a livello di taglio industriale?
Il taglio laser è una tecnologia di estrema esattezza per le lavorazioni industriali, la quale richiede che si indirizzi il raggio sparato da un laser contro il materiale che deve essere tagliato, guidandolo tramite controllo computerizzato. Sotto tale azione, a seconda del laser e del materiale, quest’ultimo può fondere, bruciare, vaporizzarsi subito, o anche essere eliminato con un intenso getto di gas: in tutti i casi, il risultato è un bordo tagliato con estrema precisione e con una finitura superficiale di altissima qualità. Con questo metodo è possibile tagliare sia materiale in fogli, come le lamiere, sia tubi e materiali strutturali, dato che il raggio di luce può essere puntato con estrema versatilità e che la precisione del puntamento è garantita dal computer che controlla il taglio.
La storia del taglio laser, come abbiamo detto, è recente: trova il suo inizio nel 1965, quando viene realizzata la prima macchina da taglio laser per operare fori su matrici di diamante. A fabbricare questa macchina fu il Centro di ricerche di Ingegneria della Western Electric, negli Stati Uniti. Soltanto due anni dopo, furono viceversa i Britannici ad iniziare le ricerche sull’utilizzo del taglio laser con getto d’ossigeno, utilizzato sui materiali metallici; e già all’inizio del 1970, questa tecnologia entrò in fase di produzione effettiva, venendo impiegata, grazie alla precisione che garantiva, per il taglio del titanio per le sofisticate applicazioni aerospaziali. Nello stesso momento, inoltre, poichè venivano assorbiti dai metalli, i laser a CO2 vennero adattati per il taglio dei materiali non metallici, come ad esempio i tessuti.
Se lo andiamo a confrontare con il taglio di tipo tradizionale, quello meccanico, il taglio laser presenta degli indiscutibili vantaggi; è infinitamente più preciso (e questo perché non c’è una lama che si possa usurare e perdere di precisione, bensì un raggio di luce che ad ogni utilizzo è impeccabilmente “affilato”) e un grado di contaminazione praticamente marginale (infatti, poiché non ci sono lame fisiche ma soltanto un raggio laser, frammenti e particelle non hanno nulla a cui aderire e non possono imbrattare il materiale sottoposto a taglio). Troviamo viceversa, disgraziatamente, un rilevante svantaggio nei costi, dato che le macchine da taglio laser hanno un’efficienza piuttosto bassa rispetto agli elevatissimi consumi (dal 5% al 15%). Ciò nonostante, la tecnologia laser rimane preferibile, soprattutto considerando che permette velocità di produzione fino a trenta volte superiori al taglio meccanico.